Vorrei oggi proporvi qualche riga tratta dal libro ‘Osteopatia in ambito craniale’ di H. I. Magoun.
Esse illuminano degli aspetti importanti del trattamento cranio-sacrale, quelle che vi riporto in particolare del neonato; chi le scrive è stato allievo diretto di W. G. Sutherland, pioniere del concetto craniale. Così come inteso dal suo scopritore l’approccio cranio-sacrale non è una cosa new-age, self-service, che faccio per far arrivare più calma al mio corpo o liberarmi dallo stress: nulla in contrario a questo, ma fate attenzione.
” Neonati e bambini traggono beneficio della terapia rivolta alla causa, piuttosto che ai sintomi. Perciò la terapia dovrebbe essere tale da eliminare la restrizione meccanica, correggendo l’alterazione nel rapporto fra elementi preossei della base del cranio, rilasciando la tensione sulle membrane, eliminando la pressione sul sistema nervoso centrale e aumentando la circolazione in quell’area IL PRIMA POSSIBILE (il maiuscolo è dell’autore).
Le lesioni alla nascita sono trattate al meglio nelle prime 24 ore, sebbene si possa ottenere molto durante gli anni di formazione. La terapia cranica può porre fine al pianto costante così straziante per i genitori, eliminare il vomito frequente e l’insufficienza metabolica associata o alleggerire in altro modo la croce che la madre deve portare.
In generale la testa che si è sviluppata normalmente prima di subire delle disfunzioni ha una prognosi di gran lunga migliore di quella nella quale vi è stato una sofferenza del potenziale di crescita. Dove la prognosi è incerta si dovrebbe concordare un periodo di prova di 2 o 3 mesi. Il miglioramento dei sintomi o delle suture giustifica la continuazione per un periodo molto più lungo.
Qualsiasi miglioramento della disfunzione del bambino, qualsiasi diminuzione della probabilità di problemi successivi, qualsiasi sollievo al dolore e all’ansietà dei genitori è un valido motivo per proseguire gli sforzi. E’ un valido motivo per accompagnare la fede e l’amore che solo una madre può dare. “