Il dolore alla mandibola: quale approccio?

Foto di Marek Studzinski da Pixabay

Ogni volta che apri la bocca senti un dolore alla mandibola, magari accompagnato da strani rumori tipo scrosci o schiocchi articolari?

Queste condizioni vengono generalmente chiamate disfunzioni temporo-mandibolari (TMD), e sei in buona compagnia: si stima che più del 25% della popolazione generale ne soffra, e che tra l’ 85% e il 95% delle persone abbia avuto almeno un episodio di dolore mandibolare nel corso della vita. Nei casi di dolore cronico questo può condurre a depressione, ridotta qualità del sonno, bassa energia infuenzando negativamente le attività sociali.

I dentisti per primi hanno segnalato la disfunzione dell’ATM (articolazione temporo-mandibolare) nella letteratura dentale fin dagli anni ’50 del secolo scorso; si trattava di una malocclusione dei denti (squilibrio tra i denti superiori ed inferiori). Gli esperti hanno successivamente scoperto che questo meccanismo da solo non era sufficiente per spiegare tutti gli aspetti clinici trovati in questo disturbo. Circa 20 anni dopo, nel 1979, fu concettualmente designata come condizione ortopedica.

Le cause del dolore alla mandibola sono multifattoriali e i sintomi sono spesso causati da una muscolatura ipertonica e disfunzionale. I muscoli masticatori includono il massetere, il temporale, lo pterigoideo mediale e laterale, muscoli sopra e sotto ioidei; assieme alla capsula, ai legamenti e al disco articolare sono gli elementi che giocano un ruolo cruciale in questi disturbi: alterazioni nell’allineamento dell’apertura della bocca, click articolari, ridotta apertura della bocca. Un trattamento conservativo dovrebbe essere sempre preso in considerazione prima di tentare una strada più invasiva, ad esempio la chirurgia. Numerose revisioni in letteratura supportano gli esercizi di attivazione muscolare, utilizzo di splint o l’uso di apparecchiature elettromedicali.

L’osteopata valuta la postura del paziente: la simmetria o l’asimmetria facciale è l’indicazione primaria della disfunzione dell’ATM. Inoltre le seguenti condizioni possono inizialmente indicare una disfunzione dell’ATM:

  • restrizioni della mobilità della colonna cervicale
  • restrizioni del meccanismo cranio-sacrale
  • restrizioni della mobilità articolare mandibolare

L’osteopata passa poi ad un’accurata fase di osservazione extra e intra orale, palpando l’ATM durante l’apertura (un adulto medio può aprire la bocca fino a 40 mm) e la chiusura della bocca, valutando anche clic e schiocchi durante questi movimenti.

Il trattamento manipolativo osteopatico può essere un trattamento di prima linea, efficace e non invasivo. L’ utilizzo di tecniche volte a ridurre la tensione muscolare e fasciale e di ripristino della corretta mobilità articolare diminuiscono la sensibilità al dolore e l’infiammazione e contribuiscono a ripristinare la funzione motoria orale.

Uno studio recente ha investigato l’azione del trattamento manipolativo osteopatico sull’attività muscolare masticatoria usando l’elettromiografia di superficie, dimostrandone l’efficacia nel modularne l’attività rispetto ad un gruppo di controllo.

Questo studio ha permesso di oggettivare la variazione dell’attività muscolare indotta dal trattamento osteopatico, di dimostrare gli effetti positivi del trattamento rispetto ad un gruppo placebo, di dimostrare l’utilità del trattamento osteopatico in odontoiatria, in riferimento all’equilibrio muscolare.

E’ utile ricordare che una varietà di professionisti sanitari e medici specialisti gestiscono le disfunzioni dell’ATM, motivo per cui l’osteopata lavora in equipe multidisciplinare con dentisti, chirurghi, medici, fisioterapisti e terapisti occupazionali.

Nel trattamento del dolore mandibolare è importante individuare quali elementi lo fanno manifestare e con quali modalità: questo permetterà di ridurre le recidive e di darne un senso biologico.