L’osteopatia può avere un ruolo nella gestione dei sintomi nelle persone con disturbo di Parkinson? Vediamo in questo articolo una revisione della letteratura sull’argomento. Innanzitutto ricordiamo che il morbo di Parkinson (PD) è una delle malattie neurodegenerative più comuni, con i pazienti che sviluppano sintomi motori e non motori con il progredire della malattia. I sintomi motori includono bradicinesia, rigidità, tremore a riposo e instabilità posturale, mentre i sintomi non motori includono deterioramento cognitivo e delle funzioni autonome e depressione. Poiché non esiste una cura alla causa della malattia, i trattamenti si concentrano sulla gestione dei sintomi e sul rallentamento della sua progressione. I trattamenti convenzionali sono principalmente farmacologici; trattamenti più invasivi, come la stimolazione cerebrale profonda, sono riservati alla malattia avanzata. A seconda dei sintomi risulta utile la fisioterapia, la terapia occupazionale, la logopedia e un corretto programma alimentare. Sono stati riscontrati miglioramenti nella forza della presa, nella resistenza aerobica, nella velocità dell’andatura, nella flessibilità e nell’equilibrio quando le terapie fisiche sono state utilizzate insieme al trattamento farmacologico.
Efficacia del trattamento manuale osteopatico (OMT) sulla funzione motoria
Andatura, equilibrio e funzione motoria sono compromessi nel PD, compromettendo la capacità dei pazienti di svolgere le attività della vita quotidiana e mantenere l’indipendenza. Questi problemi sono causati in parte da rigidità, tensione muscolare e scarsi riflessi posturali. Nel tentativo di affrontare questo problema, uno studio su 11 pazienti con PD ha esplorato gli effetti dell’OMT sulla funzione motoria, l’equilibrio e la stabilità dell’andatura trattando la colonna vertebrale e le estremità con tecniche miofasciali, ad energia muscolare, articolatorie e craniali. Dopo l’OMT, in media, è stato riscontrato un miglioramento statisticamente significativo della funzione motoria (4,3%) ma non dell’equilibrio.
Efficacia del trattamento manuale osteopatico (OMT) sulla funzione neurologica
Uno studio su 18 pazienti con PD ha valutato l’asimmetria dell’andatura, i cambiamenti di lunghezza del passo, lo strascico e l’abbassamento posturale prima e dopo trattamento osteopatico. Lo studio ha rilevato che a breve termine nel cammino c’è stata una riduzione del numero di passi (0,75 passi/10 m), ma i benefici a lungo termine rimangono inesplorati.
Efficacia del trattamento manuale osteopatico (OMT) sullo squilibrio autonomico
Lo squilibrio autonomo nel PD può manifestarsi in diversi modi come disfagia, gastroparesi, stitichezza, incontinenza vescicale e disfunzione sessuale. Uno studio con sei pazienti con PD è stato condotto per analizzare gli effetti dell’OMT sul microbioma e sulla regolarità del transito intestinale. I risultati di questo studio hanno rivelato che la gravità media della stitichezza è diminuita significativamente del 40% e la qualità media della vita è migliorata significativamente del 29% Questi risultati indicano un potenziale utilizzo dell’OMT per aiutare a migliorare le funzioni autonomiche nei pazienti con PD, sebbene la dimensione del campione sia molto piccola e sia necessario condurre ulteriori ricerche per determinare la validità di questi risultati.
In conclusione, sebbene l’uso del trattamento manuale osteopatico per mitigare i sintomi del morbo di Parkinson sia promettente, la ricerca rimane scarsa; tuttavia, il significato clinico dei risultati non dovrebbe essere scartato. Poiché il trattamento del morbo di Parkinson si concentra sulla gestione sintomatica, il miglioramento della qualità di vita dei pazienti con l’uso dell’OMT può soddisfare i loro obiettivi per ricevere il trattamento.