Cistifellea: cosa può fare l’osteopata?

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Vediamo in questo articolo un breve accenno anatomico della cistifellea, cosa serve, quali sintomi può dare per i suoi rapporti meccanici con il sistema muscolo-scheletrico. E poi come l’osteopata può interagire con questa importante struttura. In sostanza, cosa può fare l’osteopata nei disturbi della mobilità della cistifellea?

Iniziamo nel dire che la cistifellea (o colecisti) è un contenitore di bile, sostanza prodotta dal fegato che serve per emulsionare i grassi introdotti con l’alimentazione. Si trova adesa sotto al fegato, nella loggia cistica, ed invia la bile verso il duodeno (il tratto intestinale subito dopo lo stomaco) attraverso un condotto chiamato dotto cistico.

La sua innervazione è molto importante, perchè è duplice:

  • dalla colonna dorsale dalla sesta alla nona vertebra (ortosimpatica)
  • dal cranio attraverso il ramo sinistro del nervo vago (vagotonica)

Quando è presente un disturbo nella mobilità della cistifellea in rapporto al diaframma possiamo avere i seguenti sintomi, proprio per questi collegamenti meccanici e neurologici con la schiena:

  • dolore cervicale
  • dolore alla spalla destra
  • dolore dorsale e lombare alto
  • emicrania destra

L’osteopata in questo caso eseguirà un test d’ingresso che permette di capire se la cistifellea può essere trattata o se è preferibile che il/la paziente vada dal medico per ulteriori approfondimenti. Qualora stabilisca che si può eseguire il trattamento in sicurezza verranno valutate le strutture in disfunzione e se necessario trattate per permettere alla cistifellea di essere più equilibrata nel suo funzionamento.

Dopo tre settimane il/la paziente va rivisto per un controllo della sintomatologia e del buon funzionamento delle strutture trattate nella prima visita.

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