Perchè andare dall’osteopata in gravidanza?

Foto di Astrid Pereira da Pixabay

Dunque: perché mai andarci dall’osteopata se si è in gravidanza? La gravidanza non è mica una patologia, o un disturbo.

La storia dell’uomo ha ormai diversi millenni alle spalle, la storia dell’osteopatia poco più di un centinaio, e se non ci siamo estinti lo dobbiamo alla forza incredibile che ogni futura mamma ha dentro di se.

Ma aspetta: anche tu conosci un’amica in gravidanza alle prese con nausee, vomiti, reflusso, stomaco chiuso, mal di schiena e sciatica, costipazione e ritenzione?

Ecco che allora può tornare utile una visita dall’osteopata in gravidanza, che appunto si occupa di questi disturbi.

Durante la gravidanza avvengono numerosi cambiamenti fisiologici, sia fisici (a livello cardiovascolare, respiratorio, ormonale, renale, muscolo-scheletrico) sia psicologici, sia emotivi-comportamentali.

Nel primo trimestre il bambino attiva la relazione con la madre ed iniziano ad aumentare la curvature sul piano antero-posteriore.

Nel secondo trimestre la donna inizia a percepire i movimenti attivi fetali, si sviluppano i sensi del bambino, il seno aumenta di peso e volume con un aumento della cifosi dorsale e lordosi cervicale con un conseguente stress su queste strutture, compreso lo sterno e la regione epigastrica, l’aumento dell’antiversione del bacino può portare tensione a livello della regione lombare e del cingolo pelvico.

Nel terzo trimestre c’è una progressiva sostituzione della respirazione diaframmatica con quella toracica, un aumento della pressione a livello della vescica e del tratto colon-retto, un aumento della pressione a livello venoso e linfatico.

Dunque le aree di interesse osteopatico sono:

  • strutturale: trattamento della pelvi e della colonna per facilitare i cambiamenti funzionali
  • endocrino: riduzione delle tensioni a livello craniale
  • circolatorio: tecniche viscerali per decongestionare gli organi pelvici

A livello somato-emozionale nel trattamento specifico dei disturbi in gravidanza si può ricercare il senso biologico del manifestarsi dei sintomi: ogni mamma vive questo periodo in maniera unica e diversa.