Il dolore alla fascia plantare

Pexels / pixabay

Ogni anno circa un milione di visite mediche ambulatoriali portano a una diagnosi di fascite plantare. Il picco di incidenza della fascite plantare si verifica nelle persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni ed è più comune tra le donne. Altre popolazioni a rischio includono persone con piedi piatti o cavi, corridori di lunga distanza, personale militare, persone con occupazioni che richiedono una posizione eretta prolungata e persone obese o sedentarie

La fascia plantare comprende 3 fasce di tessuto connettivo denso, che originano dal calcagno e si aprono a ventaglio distalmente per inserirsi alla base di ciascuna falange.

La fascite plantare è un processo che coinvolge la fascia della pianta del piede, più comunemente al suo inserimento sul calcagno. Tale processo provoca delle microlesioni, che inducono una risposta riparativa infiammatoria. L’analisi istologica dimostra un marcato ispessimento e fibrosi della fascia plantare insieme a necrosi del collagene, metaplasia condroide e calcificazione. Sebbene la fascite plantare sia storicamente ritenuta essere principalmente un processo infiammatorio, questi risultati suggeriscono un meccanismo principalmente degenerativo, portando alcuni autori a suggerire che la fasciosi plantare potrebbe essere un termine istologicamente più accurato.

La fascite plantare è principalmente una diagnosi clinica. I pazienti descrivono classicamente il dolore al tallone plantare mediale durante il carico, che è spesso più intenso durante i primi passi al mattino ma tende a migliorare con il riposo. Questo dolore può progredire nel corso della giornata, specialmente dopo una posizione eretta prolungata. Dolori acuti possono verificarsi in qualsiasi momento quando ci si alza da una posizione seduta.

Circa l’85-90% dei pazienti con fascite plantare può essere trattato con successo senza intervento chirurgico. I metodi includono riposo, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), stretching, ortesi, iniezioni di corticosteroidi, onde d’urto e terapia ad ultrasuoni.

Le attuali raccomandazioni per la gestione conservativa della fascite plantare richiedono un approccio multimodale, basato sull’evidenza. Il trattamento iniziale dovrebbe includere un sufficiente riposo del piede con un uso conservativo di analgesici. È stato dimostrato che i FANS da banco sono un mezzo adeguato per controllare il dolore se usati in combinazione con altre forme di trattamento. È stato anche dimostrato lo stretching mirato del tendine d’Achille, della fascia plantare e dei muscoli intrinseci del piede per migliorare il dolore. L’applicazione intermittente di ghiaccio sembra fornire qualche beneficio ai pazienti con fascite plantare rispetto all’applicazione di calore.

Il trattamento manipolativo osteopatico può fornire un miglioramento dei sintomi della fascite plantare, con un lavoro sia locale a livello delle strutture muscolari e legamentose del piede sia globale con un’adeguata analisi del corretto funzionamento dell’intero arto inferiore e della schiena, fondamentali per garantire che le informazioni meccaniche e vascolo-nervose giungano al piede senza alterazioni nel loro percorso.