Il lavoro osteopatico nella tendinite del bicipite omerale

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Vediamo in questo articolo il lavoro osteopatico nella tendinite del muscolo bicipite omerale.

Il muscolo bicipite del braccio si compone, come il nome suggerisce, di due porzioni: una laterale o capo lungo e una mediale o capo breve. Le due porzioni prendono origine in alto rispettivamente sopra alla cavità glenoidea e sull’apice della coracoide; entrano nella regione brachiale fondendosi in un ventre unico sino al gomito. Questo muscolo non aderisce all’omero, è un muscolo libero: cosi quando è sezionato di traverso esso si ritrae molto di più rispetto agli altri muscoli.

Ci occupiamo ora in particolare del tendine del capo lungo: in condizioni normali, ad un’ispezione visiva, il tessuto del tendine appare di colore bianco e di forma rotonda; ma dopo alcuni processi infiammatori esso può apparire gonfio e opacizzarsi, sino a ridurre la sua mobilità per la comparsa di aderenze nel suo alloggiamento osseo sull’omero.

Ricordiamo che il tendine scorre all’interno di una guaina, per cui all’inizio del processo infiammatorio si possono formare aderenze tra il tendine e la guaina e successivamente aderenze all’interno del solco in cui il tendine scorre.

La causa più frequente di tendinite del capo lungo del bicipite è come conseguenza di un disturbo della cuffia dei rotatori, in quanto il bicipite deve supportare l’azione di depressore della testa dell’omero; i sintomi più comuni sono:

  • dolore anteriore di spalla (la persona individua precisamente il punto del dolore)
  • dolore che si accentua nei movimenti di estensione e rotazione esterna del braccio

Gli esami radiologici di valutazione del tendine sono principalmente l’ecografia muscolo-scheletrica e la risonanza magnetica. La prima ha in vantaggio di poterla eseguire in movimento e può valutare il grado di mobilità del tendine.

L’osteopata si occupa della spalla attraverso l’analisi di molte strutture; se necessario agisce per il corretto ripristino:

  • della mobilità del bacino e della colonna (strutturale e viscerale)
  • della mobilità del tronco e della gabbia toracica
  • della mobilità della regione anteriore (guaina viscerale), laterale e posteriore cervicale
  • della mobilità della spalla, con cura alle varie componenti articolari, muscolari, nervose, vascolari
  • della mobilità del gomito-polso-mano
  • dell’adattamento craniale

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