Dialogo terapeutico: la terza legge biologica (1)

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Se non conosci ancora la prima e la seconda legge biologica scorri gli articoli precedenti prima di leggere questo. Questo articolo è il primo di una serie di quattro articoli che hanno lo scopo divulgativo di esplorare il comportamento delle quattro famiglie di tessuti: endoderma, mesoderma antico e recente, ectoderma. Questi tessuti formano la totalità dei tessuti del corpo umano.

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Erica: “se parliamo della tiroide, come si comporta? e perchè?”

Francesco: “questo tessuto è diretto dal tronco cerebrale e nello sviluppo embriologico deriva da un foglietto chiamato endoderma. Tutta questa famiglia di tessuti, in cui troviamo anche il tubo digerente e le ghiandole annesse, i polmoni, la parte ghiandole del fegato, la prostata, giusto per fare qualche esempio, hanno a che fare con le nostre necessità viscerali, ciò che è fisico, materiale, ponderale, sia reale (cibo, acqua, aria) che traslato (soldi, eredità, auto, oggetti, giocattoli….).

In fase attiva aumentano la loro funzione e se necessario c’è proliferazione cellulare, cioè il tessuto aumenta; nei tessuti arcaici è una crescita di tipo ghiandolare, in greco si dice ‘adenos’. I mico-batteri e i funghi proliferano anch’essi in questa fase. Ritornando alla tiroide essa aumenta la sua secrezione ed eventualmente cresce (ipertiroidismo, elevati valori di ormoni tiroidei T3 e T4 nel sangue).

In fase vagotonica c’è un drastico calo di funzione e la riduzione dell’eventuale crescita cellulare eccedente, sino al ripristino della normale funzione. Nell’esempio della tiroide c’è un basso livello ormonale chiamato ipotiroidismo. Possono rimanere come esiti di questo processo, soprattutto quando è stato lungo o ci sono state più recidive, cisti o calcificazioni tiroidee e la tiroide può rimanere più piccola e meno funzionante.

Erica: “perchè la tiroide si attiva? con quale scopo?”

Francesco: “semplificando, la tiroide è un acceleratore metabolico e si attiva quando la persona ha la necessità viscerale di essere rapido per ottenere o evitare qualcosa, con una percezione che c’è molto lavoro da fare. Cosa sia questo qualcosa, va verificato con la persona stessa, con lo sguardo sulla sua situazione personale ed il suo mondo percettivo.”

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